Correva l’anno 1891 ed il Sig. Naismith a Springfied, negli Stati Uniti, non sapendo cosa far fare in inverno ai suoi studenti, inventò il Basket…

Forse è meglio non partire da così lontano. Più recentemente nel 1997 la Silvy (mia moglie cit. Nini Schwienbacher) ed io notammo che a Merano nessuno lavorava più con i bambini in palestra. Ci siamo guardati in faccia ed abbiamo pensato: “lo facciamo noi” … “come lo vogliamo noi“.

La prima decisione da prendere era quella del nome da dare alla Società.
Dovete sapere che, alcuni mesi prima, se ne era andato il nostro cane, il cui nome era CHARLY.
Era un cane veramente eccezionale, uno della famiglia che, per esempio, aveva insegnato a Diana (nostra prima figlia) a camminare.

Cogliemmo l’occasione di onorarlo e di averlo sempre con noi dando il nome alla Società: 
“ C H A R L Y B A S K E T che oltretutto suona anche bene. 

Seconda decisionequale filosofia di insegnamento vogliamo praticare ? Dopo esserci, a lungo, confrontati abbiamo individuato alcune parole che potevano descrivere il nostro intento. 
Divertimento: i bambini/e che vengono in palestra da noi dovranno prima di tutto divertirsi.
Rispetto: per quello che possiamo fare noi nelle ore che abbiamo i bambini/e in palestra, insegnare il rispetto per sé stessi, per gli altri, per le cose, per le regole e per gli impegni presi.
Autonomia: un po’ più difficile a spiegare a parole, ma noi intendiamo autonomia nelle decisioni su come affrontare i problemi di gioco. Autonomia che comprende anche la 
“ libertà di sbagliare” una decisione.
Partecipazione: capire di essere parte di un gruppo, partecipare alle attività e sapere che un gruppo ti sosterrà nelle tue decisioni e sapere che un gruppo che lavora nella stessa direzione è molto più forte di un singolo che ne fa parte.
Passione: nelle cose che si fanno, perché, se si fanno con passione, risulta tutto più semplice e più bello.

Sono 5 punti, che potrebbero essere le dita di una mano, che chiudendosi formerebbero un pugno che è molto più forte e resistente della mano aperta. Sono 5 punti che portati avanti tutti insieme, come nel pugno, formeranno delle persone oltre che degli atleti.

Terza decisione: il colore e l’immagine del “CHARLY BASKET”.
Potrebbe sembrare un punto non molto importante, ma se lo vediamo come una cosa che crei affiliazione e che dia un senso di appartenenza, lo diventa eccome!! Guardandoci intorno, i colori che si vedevano maggiormente in Regione erano: il rosso, il nero, il bianco, il blu, un po’ di giallo e qualche verde - ma a noi piace l’arancione. Pensiamo che nello sport ci voglia un colore vivace che metta gioia ed inoltre è un colore che per ora non ha nessuno. Pensate che in oriente è simbolo della nascita del sole e quindi di tutta la vita.